Lo zaino aperto, lì posato sul parquet
come ninfea che galleggia in un quadro di Monet.
La mia sagoma sfumata sul divano,
il gin tonic nel bicchiere mezzo pieno,
un piattino con gli avanzi di salame e parmigiano.
Lo stendino e il bucato che ho piegato a mia maniera
stesso filo: il berretto coi bottoni e la tua canottiera.
Una fitta alla vita che non smette,
una fiala di silenzio questo male che mi stanca.
La Solìte, pioggia fredda nella stanza.
la Solìte è una sala senza aspetto,
lo strapiombo oltre il tuo parapetto,
la mia casa senza te, la balena di Geppetto.
La coerenza e il rispetto,
le due parti del mio cuore nel cassetto
ricomincia il lunedì ed il conteggio…
Ora indosso il mio cappello e i tuoi messaggi,
metto in moto questo tempo degli ostaggi.
Il caffè, due biscotti e la doccia sopra i nostri tatuaggi,
la camicia nello specchio appannato e la luce del per sempre
sul diamante che mi hai regalato.
Giro a vuoto per le strade, affidata ad una farsa
la Solite, amore mio non mi passa.
Mani in tasca a vita bassa, solo freddo nelle ossa.
Uno spaccio di dolcezza in zona rossa.

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