Caro Babbo Natale, voglio…

Voglio ancora fantasia e guarire l’intenzione dal sospetto.

Consegnare l’alchimia su un vassoio di finezza.

Voglio un verbo sensuale e delicato che seduca e accarezzi.

Voglio andare nel futuro abbandonato, 

senza esami né misure, senza somme da tracciare. 

Voglio i quando da incontrare e un dove da abitare.

Voglio un sogno che non scegli e una vita che non svegli.

La fiducia che non sbaglia e inventare un altro nome a “speranza

Quell’ignaro istintivo abbandono dei segnali senza margini e confini

Che ne dite di “abbastanza”?

Ed infine darei un termine a pazienza e un tempo ad obbedienza.

Si lo voglio, caro Babbo, per favore, per Natale dai un senso all’esistenza.

Il Natale dell’avvento senza date

Home page agghindate su portali scalmanati,
nei carrelli digitali un pensiero da incartare
di regali che nemmeno puoi toccare.

La tv manda in onda la pazienza associale
presagi quotidiani per attese da sfamare.
Una sorta di carezza in allegato.
Quanta pena il divieto dell’urgenza a perdifiato.

Il Natale abbinato ad un corpo di reato.

C’è chi crede che la fine sia compiuta
vedo gente con lo sguardo assoluto.
Una stirpe che ha perduto verità e ogni aiuto
Tutti in coda tra i fedeli a metà viso spaventato.

Scorre il video delle ceneri bruciate.
Il Natale dell’avvento senza date.

Però amore ho pensato…
sulla terra devastata, ho una zolla non arata.
Semi in sogni da non fare, corone e spine da portare… quanta voglia di cadere.

Metti luce nella presa… fallo tu il mio Natale.

 

Se fosse

Se fosse un anno indietro da spiegare
si vedrebbe uno specchio da spannare
un’effigie di vapore con un senso di perduto da svelare.

Al mercato della nebbia, sogni in saldo come zattere di sale.

Se fosse un rimpianto da curare
sarebbe un riflesso aranciato nel bicchiere da finire,
una strada di ritorno da non fare
un mancato “resta qui” da riscattare

Se fosse una storia da narrare
la racconterei in versi senza niente da spiegare

È una storia casuale,
il destino di una mano nella mano d’agganciare…

Se fossi

Se fossi qualcosa di struggente… sarei una carrozza ristorante
bicchieri di cristallo, abat jour e champagne nel cestello.
Poltroncine di velluto, fumo e appunti di paesaggi.
Un’immagine scomparsa della gente di passaggio.

Se fossi una confidenza… sarei l’insofferenza.
Quel disturbo che accompagna gli architetti di licenze.
Cuori astrusi che nascondono intenzioni sconvenienti.
Un bizzarro cigolio di un rischioso apparecchio d’imprudenza.
Allacciare le cinture, vuoti d’aria e turbolenza…

Se fossi una materia vorrei essere la neve.
La freddezza in apparenza che mi segue, non doverla più spiegare.
Vorrei anche il permesso di coprire il vocio generale, la banalità di massa congelare.

E richiederei il mio banco, su una sfumatura rosa sopra il cielo.
E poi scriverei: “vi spiego”…

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Anche se

Anche se le strade sono avvolte da collane di brillanti
Nelle piazze mercatini, vin brulè e profumo di croccante
e la tazza che volevi, sul bancone di una pentola fumante.

Anche se di notte il luccichio di vetri e davanzali
fa tornare quella voglia di andare a camminare
dopo cena, a braccetto col berretto e il pattume da buttare.

Anche se la pioggia quando atterra sui fanali
fa tacere anche il cuore, a quell’ora in cui rientro
troppo tardi per uscire, troppo stanca per parlare.

Anche se la casa sa di sandalo e cannella,
sul divano la coperta con le stelle
e le gambe rannicchiate nel pigiama di flanella.

Anche se mi sento come un ramo da tagliare
Una macchia di caffè sulla pelle da lavare.

Anche se l’amore non esiste,
si è disposti solamente a rinunciare,
per un po’, ma alla fine è sempre uguale:
“quella volta non volevo e l’ho fatto per errore”
“sai che io non ero me stesso, era solo un favore”
“e detesto questo e quello, ma non lo potevo dire”

Rinfacciare, la parola cancellino dell’amore.

Il cursore ora lampeggia e non riesce a proseguire…
Tanti Auguri… Buon Natale.

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Caro Babbo Natale

ho avuto un anno piuttosto difficile, mi sono successe cose molto importanti e impegnative. Ti chiederò due, tre cosine in più rispetto all’anno scorso, me le merito.

Vorrei una vasca riscaldata a pavimento, il camino in sala e un appartamento sul mare a Creta. Vorrei un invito a cena da Maryl Streep, una dedica di Alda Merini e una recensione da Baricco. Vorrei un lavoro alla Walt Disney, la pazienza di Gandhi, un’altra passeggiata con mio nonno, un whisky con Sean Connery , un the nel deserto, un mare di futuro, un tuffo nel passato, un anno nuovo al presente.

Ah dimenticavo… non dovrebbe appesantire troppo il tuo sacco, prendi al volo un po’ di leggerezza e posala sul cuore delle persone che amo, non è importante come deciderai di regalarla, ma non dimenticare nessuno.
L’amore è gioia, fa che a tutti giunga.

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Quanti Babbi ha Natale?

Scusa mamma, quanti Babbi ha Natale?
Sono tanti, si è plurale.
Uno porta ciò che ami
l’altro aiuta con i nomi.

C’è chi t’alza se poi cadi,
chi una luce tiene accesa se non vedi.

Chi in dono porta un volo,
chi fa strada, è il suo ruolo.

Buon Natale a chi nasce, a chi cresce, a chi riesce.
A chi sa che son crudeli le conquiste.

Buon Natale, si che esiste.

Buon Natale