Ti saluto grande fede

Prendo tempo, con la biro scrivo “posso” in controcampo
Sopra il foglio poi ricalco la parola “nonmiarrendo”
Tuttainsieme che si possa anche intendere che appunto stobevendo.

Prendo un punto, da un’angolatura finta
mi ci tuffo come un putto all’inferno… finchè non sarò convinta
che la neve dopo il bianco fa vedere la poltiglia.

La miseria dell’amore che non resta assomiglia
al mio nome liquefatto contro un vetro a fine festa.

A capire chi rinuncia c’ho provato
L’ho filtrato dentro attese, decantato e versato dentro varchi trasparenti
Ho rincorso anche troppo il concetto di promessa degli assenti.

Ti saluto grande fede, il mio voto è scaduto.

Ho una vita che a metà del suo limite è iniziata
In quest’epoca di mezze libertà ed intere eccezioni
voglio vivere di braci e di camini.
Voglio prendere le favole per buone

Voglio stare dalla parte delle asole che bastano ai bottoni.

 

Anche se

Anche se le strade sono avvolte da collane di brillanti
Nelle piazze mercatini, vin brulè e profumo di croccante
e la tazza che volevi, sul bancone di una pentola fumante.

Anche se di notte il luccichio di vetri e davanzali
fa tornare quella voglia di andare a camminare
dopo cena, a braccetto col berretto e il pattume da buttare.

Anche se la pioggia quando atterra sui fanali
fa tacere anche il cuore, a quell’ora in cui rientro
troppo tardi per uscire, troppo stanca per parlare.

Anche se la casa sa di sandalo e cannella,
sul divano la coperta con le stelle
e le gambe rannicchiate nel pigiama di flanella.

Anche se mi sento come un ramo da tagliare
Una macchia di caffè sulla pelle da lavare.

Anche se l’amore non esiste,
si è disposti solamente a rinunciare,
per un po’, ma alla fine è sempre uguale:
“quella volta non volevo e l’ho fatto per errore”
“sai che io non ero me stesso, era solo un favore”
“e detesto questo e quello, ma non lo potevo dire”

Rinfacciare, la parola cancellino dell’amore.

Il cursore ora lampeggia e non riesce a proseguire…
Tanti Auguri… Buon Natale.

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